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Capranica

Centro Storico di Capranica:

Il borgo è situato su uno sperone tufaceo fondato, probabilmente, intorno all’VIII secolo d.C.

Il Centro storico è costituito da un crocevia di strade che si incrociano tra loro e piazze piccole e suggestive.

Tra gli edifici principali del centro, si possono citare:

  • la Chiesa di S.Maria Assunta, che conserva al suo interno la statua della Madonna delle Grazie del 1808, una Tavola del XII-XIII sec. del Salvatore Benedicente, un Trittico con S.Terenziano, S. Rocco S. Sebastiano del XV-XVI sec. e un Tabernacolo del ‘400;
  • la Chiesa romanica di S. Francesco, che contiene un sepolcro marmoreo dove sono sepolti i gemelli Francesco e Nicola Anguillara, morti 1406-1408;
  • il Duomo di S.Giovani, di origine cinquecentesca con un campanile romanico, che è stato ricostruito nel 700;
  • il Palazzo Accoramboni, sede del Comune.

Palazzo Accoramboni

Costruito da Giacomo del Duca per ordine di Paolo Giordano Orsini tra il1571 ed il 1579 per ospitarvi l’amante (poi moglie) Vittoria Accoramboni, dal 1981 è di proprietà del Comune che lo ha assunto a sede municipale. L’edificio vanta varie stanze affrescate con temi mitologici ed allegorici risalenti, assieme ad una serie di tele di carattere sacro, ad un periodo a cavallo tra cinque e seicento, peraltro di modesta fattura e molto rimaneggiati in epoche recenti.

Chiesa di San Francesco

Le prime notizie dell’esistenza della chiesa risalgono al 1295 ed aveva originariamente il titolo di Collegiata. Essendo però al di fuori delle mura nel 1400 i conti Francesco e Nicola dell’Anguillara ottennero di trasferire la funzione di Collegiata alla chiesa di S.Giovanni. L’edificio fu quindi assegnato ai francescani che la intitolarono a S. Francesco.

La chiesa si presenta in stile romanico, a forma di basilica a tre navate divise da colonne in peperino terminanti in ampio transetto.

All’interno alcune opere di un certo livello tra cui un affresco di fine ‘400 rappresentante i santi Terenziano, Rocco e Sebastiano opera del Pastura, discepolo del Pinturicchio e lo splendido monumento funebre dei sopraccitati conti dell’Anguillara opera di Paolo da Gualdo in stile tardo gotico: un’edicola a cuspide con apertura trilobata entro cui è posto i sarcofago sormontato da un baldacchino su cui sono poste la Madonna col Bambino e due angeli, le figure dei due fratelli sono giustapposte dormienti sul coperchio del sarcofago che si presenta arricchito delle insegne militari dei defunti e da una lapide con epitaffio in latino.

In ultimo un affresco “S. Antonio da Padova tra S. Sebastiano e S. Rocco” che è stato a vari livelli attribuito a Michelangelo: chi ne attribuisce l’intera esecuzione, chi il cartone, chi semplicemente il modello. Di fatto è un affresco realizzato a cavallo del 1500 che presenta di interessante le architetture in stile già cinquecentesco sullo sfondo realizzate a tripartire lo spazio occupato dalle figure dei Santi colte non in uno statico atteggiamento tradizionale, ma quasi in movimento.

Ospedale di S. Sebastiano

Si segnala per la presenza di un portale romanico, elemento di recupero da scavo archeologico, posto all’ingresso del palazzo ottocentesco.

Il portale si presenta semplice e lineare, con leggera strombatura data da tre livelli di profondità planare. La prima con lesene semicircolari pietra scura e con capitelli molto elaborati, vicini al corinzio con inserti di facce ed elementi decorativi fitomorfi. Nella seconda lesene con capitello leonino e l’ultima colonnina addossata con capitello fitomorfo anch’esso. Di notevole interesse è la lunetta che presenta una intricata composizione di racemi ed esseri mostruosi (Lamìe), coi caratteri tipici dell’arte longobarda e barbarica, che non contemplava spazi vuoti (horror vacui).

Il Castello

Del castello rimane poco a causa della distruzione operata per ordine di Sisto IV nel 1485 dopo la caduta della famiglia Anguillara. Si riconoscono ancora gli ambienti di servizio e qualche resto di torri e mura. Di interesse relativo è la prigione che presenta sulle pareti graffiti fatti dai prigionieri e stratificatisi nel tempo.

Chiesa di S. Giovanni

Già esistente nel XIII secolo dovette essere abbattuta nel 1786 perché pericolante. Era in forme romaniche e dell’edificio sopravvive il campanile, ancora in stile ma con l’aggiunta di una cuspide quadrangolare. All’interno di esso una campana posta nel 1466 in memoria della “liberazione” dai conti Anguillara.

L’attuale edificio è stato iniziato nel 1801 e completato nel 1842 e si presenta in forme classico –barocche, tipiche degli edifici cultuali dislocati in piccoli centri sorti nei secoli XVIII – XIX.

Chiesa di S. Maria

Anche questa del ‘800 esiste in sostituzione di un edificio romanico. All’interno alcune preziose opere quali: una tavole raffigurante un Cristo Benedicente del XII secolo, un affresco strappato raffigurante la Madonna del XIV secolo e soprattutto il Trittico di S. Terenziano fra i santi Rocco e Sebastiano attribuito recentemente a Bartolomeo della Gatta – collaboratore del Perugino e del Signorelli -, opera che presenta ancora caratteristiche tardogotiche quali il fondo d’oro e la netta tripartizione (le tavole avulse dal contesto originario non presentano più una riquadratura peraltro sicuramente presente in origine). Totalmente inserite nel Rinascimento sono invece le figure anatomicamente ben definite e perfettamente collocate nell’impianto prospettico.

Chiesa di S. Terenziano

Isolata dalla città, presenta diversi interessanti affreschi. Il culto di S. Terenziano ha origine a partire dal 1260 quando Pandolfo II d’Anguillara saccheggia Todi e trafuga le reliquie del Santo portandole a Capranica. La chiesetta presenta affreschi del ‘400 e del ‘600 sempre con al centro la figura del santo patrono. Un sant’Uberto a Caccia ascritto a Lorenzo da Viterbo che risente molto dell’impostazione umanistica toscana, statica nelle movenze ma estremamente raffinata nel disegno. Ugualmente della fine del ‘400 alcuni affreschi dell’abside peraltro molto rovinati.   I riquadri più recenti sono firmati “Vincenzo Manem pinxit” del 1646.

Il Verde

Monumenti naturale del Valloni della Via Francigena

L’area si sviluppa lungo due valli ed è caratterizzata da diverse tipologie forestali che determinano la varietà di habitat e quindi di popolazioni faunistiche. A fondovalle c’è vegetazione igrofila come il salice, il pioppo, la farnia, lungo i versanti ci sono boschi misti di cerro, roverella, carpino, sulle sommità ci sono formazioni sempreverdi di sugheri e lecci. Sul Monte di San Terenzio si sviluppa un ettaro circa di bosco di leccio ad alto fusto che costituisce un habitat di particolare pregio naturalistico da preservare.

Il territorio è attraversato dal tracciato dell’antica via francigena ed è interessato da aree di rilevante valore storico e archeologico come le chiese rupestri di San Terenziano (XVI sec.), San Rocco (XVII sec.) e della Madonna delle Grazie (XIV sec.)

Via Francigena

https://www.viefrancigene.org/it/resource/poi/capranica-1/

https://www.viefrancigene.org/it/resource/statictrack/tappa-42-da-vetralla-sutri/

Capranica è attraversata dalla Via Francigena. Si trova lungo la tappa 42 che parte da Vetralla e giunge a Sutri. È un tratto abbastanza lungo (28 km circa)., ma non particolarmente impegnativo.

Lasciata Vetralla, ci si addentra nella macchia boschiva di Pian della Botte e si supera la chiesetta della Madonna di Loreto.

Poi, tra noccioli tipici della zona si raggiunge il complesso soprannominato delle “Torri d’Orlando “; si tratta ruderi – probabilmente di sepolcri – di epoca romana, posti sui due lati della strada e completati da una torre medievale, che altro non è che un campanile diroccato. Poco più avanti si entra dapprima nel borgo di Capranica, paese di origine etrusca.

A Capranica è possibile visitare il borgo e sostare nel parco di San Rocco, che prende il nome dall’omonima fonte di acqua che da sempre offre rinfresco ai pellegrini.

Infine si arriva a Sutri, attraversando il bosco all’interno della valle di Tinozzà (o Donazzano) che fa parte dell’area del Monumento Naturale di Capranica.

Con una deviazione dal tracciato principale è possibile visitare il Castellaccio all’interno del bosco. I ruderi di Castellaccio si trovano in località Macchia di Caporipa quasi sospesi sopra una profonda forra di grande suggestione paesaggistica, e dominata dalle alte pareti coperte da folta vegetazione.

Alla sommità dello sperone di roccia in mezzo alla boscaglia si possono ancora osservare resti di muraglia in blocchi di tufo appartenenti ad una fortificazione di epoca preromana, circondati a nord da un fossato e a sud da scoscesi dirupi.

 Torri d’Orlando

Le tre torri, di diversa epoca e fattura, sorgono in località Vico Matrino, all’interno di un noccioleto, assieme a cumuli di macerie di altre costruzioni probabili simili.

Si tratta di due monumenti funerari di epoca romana del I secolo a. C, e di una torre campanaria appartenente ad una chiesa benedettina, risalente al X secolo “Sancta Maria in campis“, di cui rimane il portale, reimpiegato come ingresso dell’antico Ospedale di San Sebastiano a Capranica.

La più imponente è formata da un basamento a pianta quadrata, sormontato da un corpo cilindrico, alto complessivamente sedici metri.

In origine con tutta probabilità era rivestita di lastre di peperino e le nicchie che si vedono sulla superficie potevano contenere bassorilievi con le immagini dei defunti delle ricche famiglie del vicus.

Secondo la leggenda, Orlando, il prode paladino di Carlo Magno, re dei Franchi, si aggirava nei tempi antichi in queste terre in cerca di avventure e quando era stanco amava riposare con i suoi compagni d’arme all’ombra delle grandi querce, che all’epoca caratterizzavano il sito.

In effetti Carlo, re dei Franchi, scese varie volte in Italia contro i Longobardi e nel Natale dell’800 in San Pietro, Papa Leone III lo incoronò Imperatore del Sacro Romano Impero.

È documentato che l’esercito dei Franchi, seguendo l’antica Via Cassia, poi Francigena, sostasse nel territorio di Sutri, di cui all’epoca faceva parte Vicus Matrini, la zona, all’epoca coperta da un bosco di querce poteva costituire un ambiente ideale per un accampamento di cavalieri.

Forse la leggenda, derivata dal fantastico mondo delle Chansons de gestes e della Chanson de Roland, contiene qualche fondamento.

Parcheggi

Madonna del Piano (coperto a pagamento)

Piazzale dei decorati (scoperto libero, coperto a pagamento)

Piazzale delle Rimembranze (scoperto libero)

Ospedali

Istituto dermatologico Villa Paola – sede distaccata dell’IDI-IRCCS.

Nella struttura vengono erogati servizi ambulatoriali e diagnostici, con particolare riferimento alla dermatologia che rappresenta la disciplina specialistica per cui IDI-IRCCS è il maggiore Ospedale a livello nazionale, centro di riferimento regionale per la cura delle malattie rare di carattere dermatologico.

Farmacie:

Farmacia Finocchi – Viale Giacomo Matteotti, snc

Farmacia Morera – Via Padre Luigi Maria Monti, 7

Proloco: APS Proloco “F. Petrarca” – Piazzale delle Rimembranze

Altri punti di interesse:

Teatro Francigena – Via della Mattonara

Centro Civico Piersanti Mattarella – Via Salvatore Alessi

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